Birdstrike – Cos’è?
Il Birdstrike è quel fenomeno, sempre più frequente, che consiste nell’impatto violento tra un aereo e un uccello (o un intero stormo). Collisioni di questo tipo avvengono in genere in fase di decollo o di atterraggio e quindi negli aeroporti o in prossimità di essi.
Infatti, come riportato dall’Enac, “gli uccelli volano generalmente al di sotto dei 500 ft (152 metri) di quota quando non sono in migrazione attiva”.
Fortunatamente, i velivoli moderni sono progettati per sopportare tali collisioni, anche se, date le elevate velocità e le masse in gioco, conseguenza principale di questi impatti è che l’aereo dovrà volare in condizioni di emergenza.
Birdstrike e ritardo aereo
In linea generale, sappiamo che il Regolamento CE 261/04 prevede che il passeggero, il cui volo abbia subito un ritardo di tre o più ore all’arrivo a destinazione, può reclamare alla compagnia aerea una compensazione pecuniaria che varia in base alla lunghezza della tratta del volo.
È però prevista anche un’eccezione. Infatti, ex art 5 co3 del suddetto Regolamento, il passeggero non avrà diritto alla compensazione pecuniaria se il ritardo del volo è imputabile ad una circostanza eccezionale, ossia ad una causa di forza maggiore.
Birdstrike come circostanza eccezionale
Con una sentenza del 2017 la Corte di Giustizia UE ha ritenuto il birdstrike quale circostanza eccezionale. Ciononostante, questa potrà essere invocata solo se il vettore aereo dimostri in giudizio di aver adottato tutte le misure del caso, ossia quelle misure idonee a ridurre o a prevenire il rischio di impatto. Ed inoltre, dovrà dimostrare il nesso di causalità tra la collisione e il guasto ai motori, andando a dimostrare in via indiretta il nesso di causalità tra il birdstrike e il ritardo del volo.
Curiosità
Sembrerà strano, ma nella maggior parte dei casi gli uccelli impattano con la parte sinistra degli aerei. Questo perché sono attratti dalla luce di navigazione rossa che i velivoli portano proprio sul lato sinistro della struttura. La conferma si è avuta grazie allo studio condotto da Richard Dolbeer (biologo) e dal colonnello William Barnes.
Secondo gli esperti in materia, questi risultati dovrebbero portare all’adozione di nuove misure per la sicurezza aerea, come ad esempio la modifica delle luci di navigazione rosse in favore di lunghezze d’onda più corte (più verso il blu), in quanto più visibili agli occhi dei volatili, e l’utilizzo di luci supplementari che aiutino gli uccelli a individuare gli aerei e a evitarli.