I momenti subito prima di un viaggio possono essere pieni di emozioni e sensazioni particolarmente intense. Molte sono piacevoli, come l’eccitazione per una nuova esperienza o la voglia di rilassarsi; altre possono esserlo meno, ad esempio quelle legate all’ansia di volare.

In generale l’ansia è una condizione di attivazione fisiologica dell’organismo, tipica di quando ci prepariamo ad affrontare un compito o una situazione particolarmente difficili, che diventa eccessiva e quindi mal tollerata dalla persona.

In questo caso l’attivazione spropositata porta a una serie di sensazioni, pensieri ed emozioni sgradevoli legati all’esperienza del volo, che possono intensificarsi con l’avvicinarsi del giorno della partenza e presentarsi molto forti in aeroporto.

 

Sono quelle tipiche dell’ansia e possono essere differenti in base alle persone: palpitazioni o tachicardia, respiro affannoso, sudorazione, vampate di calore, vertigini, nausea, tensione muscolare eccessiva, pensieri catastrofici.

Queste manifestazioni possono risultare molto spaventose quando compaiono, perché la persona può non riconoscerle come riconducibili all’ansia di volare oppure tende a negare questo stato di agitazione.

Riconoscere le proprie esternazioni d’ansia è fondamentale per ricollegarle allo stato d’animo che si sta vivendo. La persona riesce a dare una spiegazione a ciò che sta sentendo e questo contribuisce a farla sentire meno in balìa della propria agitazione.

 

Possiamo utilizzare alcune strategie che aiutano a ridurre l’ansia e gestirla meglio, così da poter vivere anche l’esperienza del volo in modo più piacevole.

 

  • riconoscere il “trabocchetto” dei pensieri catastrofici: è ampiamente dimostrato che l’aereo sia tra i mezzi di trasporto più sicuri al mondo. Eppure questo dato non aiuta le persone con l’ansia del volo, che invece hanno bene in memoria le notizie che sentono circa gli incidenti aerei. Questo perché esiste una scorciatoia di pensiero che si chiama euristica della disponibilità, che ci fa percepire le cose che ricordiamo di più (quindi più disponibili nella nostra memoria) come più frequenti. In realtà non è così! Tendiamo a ricordare più facilmente episodi o notizie che ci colpiscono da un punto di vista emotivo, ma non per questo tali episodi sono più frequenti o probabili.

Essere consapevoli di questi “trabocchetti” della mente può aiutare a distaccarsi dai pensieri catastrofici legati all’ansia di volare.

 

  • respirazione diaframmatica: ha un ruolo importantissimo nella gestione dell’ansia e nel favorire sensazioni di rilassamento e benessere. Imparare a respirare lentamente e profondamente in situazioni di forte stress può fare la differenza. Ci si può prendere un momento per entrare in contatto con il proprio respiro, anche chiudendo gli occhi, e iniziare a inspirare profondamente portando l’aria verso la pancia e poi espirare senza trattenere il fiato. Prendersi qualche secondo di pausa tra l’espirazione e la successiva inspirazione aiuta inoltre a focalizzarsi sulle proprie sensazioni.

Una musica rilassante può rendere il tutto ancora più rilassante.

 

  • essere presenti a se stessi: quando si manifesta l’ansia, cercare di negarla è controproducente. Riconoscerla e sapere che può non prendere il sopravvento su di noi, invece, può aiutarci. Per fare ciò risulta molto utile, dopo aver riconosciuto la sensazione, fermarsi e guardarsi intorno. Nominare gli oggetti che si vedono, i suoni che si sentono, soffermarsi su un particolare e descriverlo in tutti i suoi particolari (forma, colore, sensazione al tatto, temperatura). Questo aiuterà a distaccarsi dai pensieri e dalle sensazioni legate all’ansia e ci dimostrerà che è possibile focalizzarsi anche su altro, restando presenti a noi stessi.

 

  • condivisione: parlare con qualcuno di come ci si sta sentendo può aiutare a ridimensionare la situazione. Inoltre crea un gancio per iniziare una conversazione che può distrarci e distaccarci dai pensieri ansiogeni.

 

Infine, se l’ansia di volare limita fortemente la propria vita, impedendo di prendere voli, la soluzione migliore è sempre quella di consultare un professionista.

Perché rinunciare a viaggiare se con un aiuto è possibile vivere le esperienze a pieno?